Neoformazioni congiuntivali

Cosa sono le Neoformazioni Congiuntivali?

Anche la congiuntiva può esprimere neoformazioni benigne o maligne quali degenerazioni delle strutture istologiche che la compongono.

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Neoplasia squamosa corneo-congiuntivale

La neoplasia squamosa corneo-congiuntivale comprende quadri clinici che variano dalla displasia epiteliale semplice fino al carcinoma squamoso francamente invasivo. L’aspetto clinico è di una massa corneo-congiuntivale biancastra, discheratosica, spesso vascolarizzata.

Le forme invasive di neoplasia squamosa corneo congiuntivale danno molto raramente metastasi ma possono essere localmente invasive. La terapia standard è un’ampia escissione chirurgica associata a crioterapia del letto chirurgico e ricostruzione del piano congiuntivale.

L’utilizzo di antimetaboliti topici (chemioterapia in gocce) è stato recentemente introdotto, e viene oggi sempre più utilizzato, nel trattamento integrato di questa patologia, sia in associazione alla chirurgia che come terapia singola.

Melanoma congiuntivale

Il melanoma congiuntivale è una neoplasia molto rara della congiuntiva, (meno del 2% di tutti i tumori maligni oculari). La diagnosi differenziale tra melanoma congiuntivale ed altre lesioni pigmentate benigne (nevo, melanosi congenita) o pre-cancerose (melanosi primaria acquisita) si basa essenzialmente su storia clinica, morfologia della lesione e reperto bioptico.

Il paziente affetto da melanoma congiuntivale deve essere sottoposto, prima del trattamento locale, ad indagini diagnostiche per escludere la presenza di metastasi. Queste possono interessare, per diffusione linfatica, i linfonodi cervicali, sottomandibolari, preauricolari, nonché il tessuto sottocutaneo periorbitario, e, per via ematica, il fegato, lo scheletro, la parotide ed il sistema nervoso centrale.

L’approccio terapeutico è guidato dalle dimensioni e dalla localizzazione del melanoma. Nei melanomi di piccole dimensioni localizzati in sedi favorevoli (congiuntiva bulbare e perilimbare) è sufficiente una ampia resezione chirurgica. Nei casi situati in sedi sfavorevoli (congiuntiva palpebrale, fornice, caruncola e margine palpebrale) o di grandi dimensioni, l’exenteratio orbitae, tecnica chirurgica radicale in cui si rimuove tutto il contenuto orbitario, è ancora utilizzata. L’utilizzo di antimetaboliti topici (chemioterapia in gocce) è stato recentemente introdotto, e viene oggi sempre più utilizzato, principalmente nel trattamento di lesioni premaligne (melanosi).

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Linfoma delle mucose (mucose associated lynphoid tissue) a cellule B non Hodgkin; nonostante la sede deve essere trattato come patologia sistemica a prognosi fausta.
Il paziente viene sottoposto a stadiazione ed a chemioterapia.
È importante escludere con la PCR un’infezione da clamidia psittaci quando viene eseguito l’esame istologico in esiti di biopsia.

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Diagnosi clinica

Ove necessario biopsia che può essere una exeresi bioptica ( si asporta tutta la lesione) o una biopsia con esame istologico che deciderà il programma terapeutico successivo.

Terapia

Se possibile chirurgica anche se le lesioni sono piccole e benigne. La sede è talmente particolare che le eventuali ricostruzioni devono permettere il rispetto della statica e della dinamica palpebrale per cui attendere che la lesioni aumenti di volume è controproducente per il paziente.

Pinguecola

Cos'è la Pingeucola?

Spesso confusa con lo pterigio, non è una membrana neo vascolare, non è nutrita da vasi propri; è un accumulo di collagene degenerato (materiale amorfo) localizzato nel settore congiuntivale nasale (ove ha sede anche lo pterigio) e temporale.

La pinguecola può aumentare di volume, ma non aggredisce ne sovrasta il tessuto corneale, non aderisce ai piani sottostanti. L’esposizione agli UV non aumenta il rischio di sviluppare la patologia. Può occasionalmente essere esito di un’infiammazione della superficie oculare conseguente a traumi, danni da caustici o ulcerazioni corneali periferiche.

Può essere semplicemente un problema estetico (il tessuto può essere bianco o giallo), ma raramente richiede rimozione anche perché qualora venisse escissa tenderebbe a recidivare.

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Diagnosi

La valutazione prevede un esame alla lampada a fessura che evidenzia un “deposito” di materiale giallognolo sottocogiuntivale nel settore nasale o temporale.

Sintomi

Normalmente non dà sintomi specifici; induce infiammazione, arrossamento, bruciore, lacrimazione sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio risultato di una eccessiva esposizione al sole, vento, polvere o un’aria estremamente secca.

Terapia medica

Il trattamento della pinguecola dipende dai sintomi. Tutti i soggetti affetti da pinguecola possono trarre beneficio proteggendo i propri occhi dai raggi del sole e dall’uso di sostituti lacrimali, nei casi di una grave infiammazione e gonfiore possono aver bisogno di steroidi o anti-infiammatori non steroidei.

Terapia chirurgica

La rimozione chirurgica della pinguecola può essere consigliata in casi di grandi volumi e quindi di impedimento all’uso di lenti a contatto.

Pterigio

Cos'è lo Pterigio?

Lo pterigio è una patologia della superficie dell’occhio, determinata da una crescita anomala della congiuntiva sulla cornea. Questa è costituita da un tessuto fibrovascolare che cresce e si estende sulla superficie corneale progressivamente in quanto dotata di vasi propri.

Si presenta sul lato nasale della cornea, quando è in altre sedi si definisce pterigoide. Se ne distingue una testa, un collo e un corpo. Si estende a ventaglio dalla la caruncola e la plica semilunare, la testa avanza verso il limbus progressivamente sulla superficie oculare dirigendosi verso la zona ottica, determinando spesso una riduzione dell’acuità visiva per induzione di un vizio di refrazione quale l’astigmatismo.

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I fattori irritativi esterni sono elementi determinanti per la comparsa dello pterigio tuttavia l’eziologia e la patogenesi restano ancora in parte sconosciute. I meccanismi coinvolti nella patogenesi suggeriscono che lo pterigio sia una malattia complessa a cui contribuiscono componenti genetiche, ambientali, infettive ed immunologiche. In particolare sembra che una grande quantità di citochine pro-infiammatorie, fattori di crescita e metallo proteinasi possano essere coinvolte nelle tipiche alterazioni istologiche dello pterigio. Il tessuto dello pterigio esprime sempre le proteine p16 e di p53 (presenti in tutte le neoformazioni) sembra possiedano un ruolo nella patogenesi dello pterigio.

Tutto questo indica le ragioni per le quali lo pterigio ha come caratteristica la ricorrenza. Lo pterigio frequentemente può recidivare, le recidive si hanno dal 3-40% dei casi.

Tale patologia è nella maggio parte dei casi monolaterale o comunque si esprime in modo asimmetrico, l’evoluzione è solitamente lenta e si presenta con maggiore frequenza negli adulti dai 20 ai 50 anni.

Non ha correlazione con altre patologie locali o sistemiche. E’ considerata “endemica” nei paesi andini e nel Sudamerica ove si presenta con più frequenza, in età più precoce, spesso bilateralmente. A volte e si esprime nella sua forma più aggressiva detta “maligna”.

Cause

La causa pare correlata all’esposizione prolungata ad agenti atmosferici, in particolare al sole e al vento.
Per questa caratteristica è una malattia che tende a colpire specialmente gli alpinisti, marinai, contadini.

Diagnosi

È possibile vederlo anche ad occhio nudo.
La valutazione prevede un esame alla lampada a fessura, la valutazione dell’acuità visiva, l’esecuzione della topografia corneale che, grazie all’esame cheratoscopico permette di fare una stadiazione e di determinarne l’evolutività. Le lesioni stabili spesso presentano una linea arcuata di depositi di ferro sulla superficie corneale denominata linea di Stocker.

I gradi della stadiazione sono quattro relativamente a quanti anelli cheratoscopici interessa alla variazione dell’acuità visiva si decide quando e come intervenire nella rimozione chirurgica.

Le indicazioni chirurgiche sono astigmatismi non correggibili, evoluzione con interessamento progressivo della zona ottica, infiammazioni ricorrenti non controllabili con la terapia locale e spesso per motivi estetici.

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Prevenzione

Fondamentale è la prevenzione per chi si espone ai raggi ultravioletti.
L’utilizzo di occhiali da sole a norma di legge e di colliri lubrificanti non vasocostrittori.

Terapia chirurgica

La terapia è chirurgica: non esistono alternative terapeutiche. Non regredisce spontaneamente. L’escissione, pur essendo l’unico metodo noto per eliminare lo pterigio, presenta un’alta percentuale di recidiva.

Nei casi in cui non vi è ancora indicazione chirurgica possono venire prescritti colliri lubrificanti o a bassa percentuale di steroidi per ridurre la sintomatologia. Alcuni studi dimostrano che ad esempio gli antagonisti del VEGF (bevacizumab) sono in grado di inibire la neovascolarizzazione nello pterigio così come agenti immunomodulatori ed antinfiammatori (Cyclosporina A, IFN-α-2b) riducono l’infiammazione e conseguentemente la neoangiogenesi e la progressione stessa dello pterigio.

Si tratta di un intervento che si effettua in anestesia locale. Sono molte le tecniche chirurgiche oggi usate per rimuovere lo pterigio, ed è compito dell’oculista determinare quale sia la migliore per ogni caso.

Vi sono tecniche che asportano esclusivamente la lesione, ma i risultati migliori relativamente al problema della recidiva sembrano esservi con l’autoinnesto di congiuntiva sana come lembo libero o peduncolato al posto dello pterigio rimosso, applicato con una colla naturale o con dei punti di sutura riassorbibili.

Si possono applicare intraoperatoriamente farmaci chemioterapici come la mitomicina C con l’intento di inibire la crescita cellulare. A termine d’intervento viene eseguita una medicazione con terapia antibiotica in collirio e bendaggio occlusivo.

La terapia postoperatoria prevede terapie topiche in colliri medicati nei primi giorni e di colliri lubrificanti nei mesi successivi come da indicazioni del chirurgo che periodicamente deve eseguire i controlli necessari.

Sintomi

Lo pterigio può essere privo di sintomi specifici; induce infiammazione, arrossamento, bruciore, lacrimazione sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio. Con l’accrescimento inducendo un astigmatismo spesso irregolare induce riduzioni dell’acuità visiva.

Patologie della congiuntiva

Cosa sono le patologie della congiuntiva?

La congiuntiva (dal latino coniungo “congiungo”) è la membrana mucosa, sottile, trasparente che tappezza la superficie interna delle palpebre e quella anteriore del bulbo oculare, proprio congiungendole, e appunto per questo è chiamata congiuntiva.

Ne distinguiamo 3 parti anatomiche:

  • palpebrale o tarsale
  • bulbare
  • fornice

La congiuntiva palpebrale aderisce fortemente al tarso (struttura palpebrale sottostante); la congiuntiva bulbare è poco aderente; la congiuntiva dei fornici è abbondante in modo da permettere libertà ai movimenti del bulbo e negli “svuotamenti orbitari” rappresenta il “motore” dell’innesto dermoadiposo che va a ricostruire l’ammanco orbitari.

patologie della congiuntiva

La congiuntiva è innervata abbondantemente da filamenti del trigemino detti nervi ciliari. Ha una vascolarizzazione complessa, ricevendo propaggini dei vasi palpebrali, dei vasi muscolari e dei vasi ciliari anteriori, nello strato sottocongiuntivale si localizzano ghiandole lacrimali accessorie (Krause e del Ciaccio) e le ghiandole di Henle che producono muco, consentendo lo scorrimento della piega e per far stratificare l’acqua del film lacrimale.

Medialmente la congiuntiva tarsale accoglie i puntini lacrimali superiore ed inferiore che rappresentano la porzione iniziale delle vie lacrimali La principale funzione della congiuntiva è quella di proteggere esternamente il bulbo oculare, grazie al rivestimento che fornisce. Esistono, inoltre, meccanismi di difesa immunitari mediati dal tessuto congiuntivale.

Strutture istologica

È formata da un epitelio di rivestimento e da un tessuto proprio, detto stroma.

L’epitelio è pavimentoso sulla congiuntiva bulbare, cilindrico sulla palpebrale, mentre ha tutti i gradi di passaggio nella congiuntiva dei fornici. Questo epitelio pavimentoso ricorda lontanamente l’epitelio della pelle, e va soggetto come questo a processi infiammatori a focolaio. Il tessuto proprio della congiuntiva è un connettivo, che, specialmente nelle sue parti superficiali, assume i caratteri del tessuto reticolare, o adenoide caratterizzato da larghe maglie e abbondanti leucociti.

Così pure minime sporgenze della congiuntiva palpebrale e dei fornici, possono considerarsi come papille rudimentali. La congiuntiva è ricca di ghiandole mucose e di ghiandoline lacrimali, tutte allo stato rudimentale, fino allo stato di ghiandole unicellulari, quali sembra siano le cellule caliciformi sparse nell’epitelio.

Anche la plica semilunare, rudimento della membrana nittitante, o terza palpebra, che s’osserva in altri animali, e la caruncola lacrimale, che s’osservano al canto interno sono costituite da tessuto congiuntivale.

Le patologie legate alla congiuntiva sono

  • Infiammatorie
  • Traumatiche
  • Cistiche
  • Congenite
  • Degenerative
  • Neoplastiche

Lo pterigio è una patologia della superficie dell’occhio, determinata da una crescita anomala, costituita da un tessuto fibrovascolare, della congiuntiva sulla cornea.

Spesso confusa con lo pterigio, è un accumulo di collagene degenerato localizzato nel settore congiuntivale nasale (ove ha sede anche lo pterigio) e temporale.

Anche la congiuntiva può esprimere neoformazioni benigne o maligne quali degenerazioni delle strutture istologiche che la compongono.

Ambliopia

Cosè l'ambliopia?

L’ambliopia comunemente definita “occhio pigro”.

È una condizione in cui la funzione visiva di un occhio è ridotta in assenza che ci siano danni oculari organici. Si tratta di una condizione che è presente alla nascita e consiste nell’incapacità del cervello di “imparare a vedere” le immagini in quanto solitamente uno dei due occhi ha un difetto refrattivo tale da riportargli un’immagine così poco definita che viene soppressa.

Il cervello, non riuscendo a interpretare correttamente le informazioni che gli giungono, “disattiva” i segnali che provengono da un occhio.

Nei bambini il danno è generalmente reversibile se diagnosticato precocemente (2.5 anni di vita circa) e corretto da subito con terapie antiambiopigene (occlusione) e lenti correttive, in linea di massima fino ai 6 anni, il sistema è “plastico” ovvero, il sistema oculo-cerebrale è in grado di “imparare a riconoscere le immagini e ad immagazzinarle.

Ciò che non impara a vedere in questo periodo di vita non potrà “imparare più a vederlo come se tale sistema blocchi le sue capacità di incamerare dati.

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Cause

Anisometropie, strabismi, cataratte congenite e ptosi palpebrali. Il cervello non riesce a sovrapporre le immagini provenienti dai due occhi in quando troppo diverse. Questa sensazione è estremamente fastidiosa, per cui l’informazione che arriva dall’occhio col difetto maggiore viene soppressa.

Tale esclusione può avvenire per elevate anisometropie, patologie congenite o della prima infanzia: strabismi, la cataratta congenita, se non diagnosticata e asportata precocemente, così come una marcata ptosi etc.

Diagnosi

Visita oculistica a 2.5 -3 anni di vita.

Prevenzione

Visita oculistica a 2.5 -3 anni di vita.

Terapia medica

La prima cura consiste nel correggere il difetto visivo con lenti su montatura appropriata e con “l’occlusione”. Questa terapia viene chiamata antiambliopigena: consiste nell’applicazione di una benda o cerotto coprente sull’occhio dotato di migliore funzionalità. Questo trattamento deve essere approntato seguendo le indicazioni di un medico oculista: è molto importante venga seguito con attenzione. Queste terapie possono durare da alcuni mesi fino ad alcuni anni.

Ove presenti, è necessario eliminare gli ostacoli che impediscono la corretta visione (la cataratta ad esempio) precocemente.

Anisometropia

Cos'è l'anisometropia?

L’anisometropia è la condizione in cui i due occhi hanno una diversa refrazione: un occhio è emmetrope e l’altro ametrope (con un vizio di refrazione), oppure il tipo o il grado di ametropia sono diversi nei due occhi. Se un occhio è ipermetrope e l’altro miope si utilizza talora il termine “antimetropia”. In genere è difficile da correggere difetti anisometropici maggiori di 2 diottrie perché le immagini che vengono “interpretate dal cervello sono troppo dissimili. L’anisometropia propriamente detta è una condizione molto comune, è difficile che due occhi siano perfettamente identici. Quando l’anisometropia presenta il caso di un occhio emmetrope e l’altro miope (fin a circa 3D) si configura una condizione a volte vantaggiosa per il paziente che presenta una visione binoculare singola o monovisione, cioè usa un occhio per la visione lontana ed uno per quella vicina. accomodazione (messa a fuoco.). Si può parlare di anisometropia funzionale.

Prevenzione

Visita a 2.5 anni di vita

Tuttavia se molto elevata, nel bambino non può portare al mancato sviluppo della vista. Infatti i bambini devono essere visitati dall’oculista attorno ai 2 anni di vita affinchè tali difetti vengano corretti per tempo in quanto il sistema oculocerebrale è capace di “imparare” a vedere solo fino a circa i 6 anni.

Se la correzione non viene fatta per tempo l’immagine peggiore viene soppressa dal sistema oculocerebrale ed il paziente avrà una impossibilità a raggiungere la totalità dell’acuità cisiva configurandosi il quadrodi una ambliopia detta comunemente” occhio pigro”. In tal caso si può incorrere in una perdita della visione binoculare con assenza di stereopsi. L’anisometropia può essere corretta completamente con l’uso di lenti sulla montatura dell’occhiale o alle lenti a contatto.

Ipermetropia

Cosè l'ipermetropia?

L’ipermetropia è un difetto refrattivo o ametropia, nella quale i raggi luminosi provenienti da un oggetto non vengono messi a fuoco sul piano retinico, ma dietro ad esso.

Di frequente per valori bassi di ipermetropia l’accomodazione permette di compensare con uno sforzo involontario tale condizione e di far cadere il fuoco sul piano retinico. Se il difetto è molto alto questo non è possibile e la qualità delle immagini è insoddisfacente sia nella visione per lontao che per vicino.

Tale sforzo accomodativo può essere causa di una serie di disturbi detti astenopeici (cefalea, fotofobia, cinetosi difficoltà alla lettura etc).

IPERMETROPIA

Cause

Tecnicamente si tratta di bulbi dalla ridotta lunghezza assiale rispetto al potere dei diottri oculari (cornea e cristallino), ne segue che la maggior parte dei bambini sono ipermetropi ma possedendo una potente capacità accomodativa spesso tale ametropia viene misconosciuta; tale capacità perde di forza progressivamente negli anni e questo giustifica.

Casi meno frequenti di ipermetropia sono la riduzione della curvatura della cornea e/o del cristallino o un’eccessiva distanza tra cristallino e cornea.

Diagnosi

La visita mira a slatentizzare il difetto, spesso ben compensato, bloccando le capacità accomodative del paziente con colliri coicloplegici.

La diagnosi viene eseguita con l’esame dell’acuità visiva soggettiva ed oggettiva avvalendosi della schiascopia, della retinoscopia, dell’autorefrattometria e dei moderni aberrometri.

Terapia medica

Questa ametropia può essere corretta con lenti positive (biconvesse o convergenti) tempiali, montate su gli occhiali o con lenti a contatto corneali.

Queste spostano in avanti il fuoco fino a farlo cadere sul piano retinico.

Terapia chirurgica

La correzione della miopia può anche essere effettuata con tecniche di chirurgia refrattiva con laser ad eccimeri, che permettono di modificare la curvatura della cornea, aumentando il potere refrattivo della cornea. Le tecniche più utilizzate sono la PRK e la LASIK.

Presbiopia

Cos'è la presbiopia?

La presbiopia è una condizione fisiologica dell’apparato visivo, non è un difetto di refrazione, non fa quindi parte delle ametropie.

Si tratta di un progressiva riduzione del potere di accomodazione dell’occhio di norma al di sotto delle 4 diottrie‬‬ che allontana la distanza focale.

Questa situazione si manifesta con l’incapacità progressiva di mettere a fuoco da vicino, ad esempio nella lettura, a meno di tenere lontani gli oggetti o di servirsi di luci molto intense. Insorge mediamente attorno ai 45 anni.

Cause

È dovuto ad un progressivo irrigidimento delle strutture elastiche intrabulbari ovvero del cristallino.

Diagnosi

Il sintomo rilevatore della presbiopia è una vista offuscata mentre si legge, si cuce, si usa un telefono cellulare, o si compie qualsiasi azione che richiede un’efficace vista da vicino. La diagnosi e l’entità della presbiopia viene eseguita con l’esame dell’acuità visiva soggettiva ed oggettiva avvalendosi della schiascopia, della retinoscopia, dell’autorefrattometria e dei moderni aberrometri.

Terapia medica

La correzione avviene con lenti tempiali positive o meno negative nei casi dei miopi presbiti.

Altre soluzioni compensative sono rappresentate dall’utilizzo di lenti a contatto di tipo multifocale.

Terapia chirurgica

La chirurgia refrattiva con laser ad eccimeri, non è indicata poiché è il potere da lontano che viene corretto in caso di intervento.

Diversamente si possono impiantare, in casi selezionati, lenti intraoculari multifocali. La ricerca nel campo della correzione della presbiopia si sta perfezionando nell’inserimento di una lente intraoculare multifocale, generalmente collocata al posto del cristallino naturale (lensectomia refrattiva).

In tali casi le lenti multifocali hanno proprietà refrattive che consentono al paziente di vedere bene sia per lontano che per vicino, senza l’ausilio di occhiali o lenti a contatto.

Astigmatismo

Cosè l'astigmatismo?

L’astigmatismo (dal greco ἀ-, ἀν- a, an, mancanza, privazione; e στιγμή stigmé, punto), è una aberrazione ottica (ametropia) che determina una mancanza di nitidezza visiva a causa di una deformazione della superficie dell’occhio (cornea) o di un’alterazione delle strutture interne del bulbo oculare.

Di conseguenza le immagini risultano poco definite in tutte le posizioni di sguardo ed è necessario correggere il difetto.
Può essere associato a miopia, ipermetropia e presbiopia.

ASTIGMATISMO

A seconda della struttura che determina il difetto visivo si parla di:

  • Astigmatismo corneale: è dovuto ad un’anomala curvatura della cornea;
  • Astigmatismo interno o lenticolare: è dovuto ad alterazioni delle strutture interne dell’occhio, ad esempio del cristallino

Possiamo immaginare la cornea come una calotta sferica trasparente, attraversata da meridiani.

A seconda del meridiano che presenta la curvatura maggiore si distinguono tre differenti tipi di astigmatismo:

  • “Secondo regola”: è la forma di astigmatismo più diffusa, nel quale il meridiano più curvo è tra quelli verticali (compresi tra 60° e 120°);
  • “Contro regola”: nel quale il meridiano più curvo è tra quelli orizzontali (compresi tra 0-30° e 150°-180°);
  • “Obliquo”:nel quale il meridiano più curvo è tra quelli obliqui (compreso tra 60° e 30°, 120°-150°).

Inoltre, si può distinguere tra:

Astigmatismo semplice

nel quale si ha solo questo difetto visivo: il fuoco sulla retina, anziché essere un solo punto, sarà una linea. Infatti sulla retina la messa a fuoco lungo un meridiano è diversa da quella lungo l’altro. A seconda della posizione della linea che si forma, il difetto si può a sua volta suddividere in:

  1. Astigmatismo miopico semplice (un meridiano si focalizza sulla retina, mentre l’altro si focalizza davanti);
  2. Astigmatismo ipermetropico semplice (un meridiano si focalizza sulla retina, mentre l’altro si focalizza dietro);

Astigmatismo composto

in cui il difetto visivo è associato ad un altro vizio refrattivo (miopia o ipermetropia). A sua volta si suddivide in:

  1. Astigmatismo miopico composto (entrambi i meridiani si focalizzano davanti alla retina);
  2. Astigmatismo ipermetropico composto (entrambi i meridiani si focalizzano dietro alla retina);

Astigmatismo misto

in cui una linea focale è miope e l’altra ipermetrope (un fuoco è davanti alla retina mentre l’altro cade dietro). A seconda dell’entità distingiuamo:

  • Astigmatismo lieve: da 0 a 1 diottrie.
  • Astigmatismo medio: da 1 a 2 diottrie.
  • Astigmatismo elevato: superiore a 2 diottrie

Sintomi

Chi soffre di astigmatismo riferisce disturbi derivanti dal continuo cambio di messa a fuoco (accomodazione), nel tentativo di ottenere un’immagine nitida. Tali sintomi consistono in dolori ai bulbi oculari, all’arcata ciliare, affaticamento oculare, mal di testa, bruciore agli occhi e lacrimazione eccessiva. Solo un oculista è titolato a fare una corretta valutazione specifica.

Un certo grado di astigmatismo corneale è fisiologico (fino a 0,50 diottrie si può persino evitare di correggerlo).

Tale astigmatismo è tendenzialmente compensato in modo naturale dai mezzi diottrici interni all’occhio (cristallino, corpo vitreo, etc.).
L’astigmatismo è generalmente congenito e può subire lievi variazioni nel corso della vita. L’astigmatismo irregolare può essere causato da alterazioni della cornea in seguito a traumi, lesioni e infezioni o può essere dovuto a una malattia chiamata cheratocono.

Diagnosi

Chi soffre di astigmatismo riferisce disturbi derivanti dal continuo cambio di messa a fuoco (accomodazione), nel tentativo di ottenere un’immagine nitida. Tali sintomi consistono in dolori ai bulbi oculari, all’arcata ciliare, affaticamento oculare, mal di testa, bruciore agli occhi e lacrimazione eccessiva. Solo un oculista è titolato a fare una corretta valutazione specifica.

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Terapia

La sua correzione prevede l’utilizzo di occhiali e lenti a contatto toriche (cilindriche)
La correzione può anche essere effettuata con tecniche di chirurgia refrattiva con laser ad eccimeri, che permettono di modificare la curvatura della cornea, aumentando il potere refrattivo della cornea. Le tecniche più utilizzate sono la PRK e la LASIK.

Importante: in persone molto astigmatiche a entrambi gli occhi che, anche mediante l’utilizzo di occhiali, non riescono ad essere corrette adeguatamente, deve essere esclusa la presenza del cheratocono (malattia che ha come caratteristica principale proprio un astigmatismo irregolare).

Miopia

Cos'è la miopia?

La miopia è un difetto refrattivo o ametropia, nella quale i raggi luminosi provenienti da un oggetto non vengono messi a fuoco sul piano retinico, ma davanti ad esso. 

La conseguenza è che le immagini lontane appaiono sfocate mentre la visione migliora progressivamente con la riduzione della distanza a cui si guarda. La distanza massima a cui un soggetto riesce a vedere nitidamente è inversamente proporzionale al grado della miopia.

La gravità della miopia si misura in diottrie (unità di misura del potere delle lenti correttive negative necessario a compensare il difetto). Definiamo la miopia lieve fino a -3.00 diottrie, media da -3.00 a -6.00 diottrie, elevata dalle -6.00 diottrie.

Distinguiamo una miopia fisiologica ed una patologica, quando si associa a patologie corio-retiniche o oculari come il glaucoma. Vi sono però molti criteri e le classificazioni possono variare anche notevolmente.

MIOPIA

La miopia fisiologica o miopia assiale è dovuta al non corretto rapporto tra il potere dei “diottri oculari” (ovvero cornea e cristallino) e la lunghezza del bulbo oculare. Il potere di tali lenti è molto alto e la lunghezza è sproporzionatamente elevata.

La miopia non fisiologica può essere miopia refrattiva indotta da un’alterata curvatura delle superfici refrattive dell’occhio come ad esempio nel cheratocono o una miopia d’indice come nella cataratta per alterato indice di refrazione del cristallino oppure a seguito di alterazioni metaboliche come ad esempio il diabete.

Vi sono inoltre miopie ereditarie e degenerative dove all’incremento della miopia corrispondono alterazioni retiniche. Questa forma di miopia peggiora progressivamente nel tempo, ed è stata riportata come una delle principali cause di disabilità visiva.

La diagnosi viene eseguita con l’esame dell’acuità visiva soggettiva ed oggettiva avvalendosi della schiascopia, della retinoscopia, dell’autorefrattometria e dei moderni aberrometri.

Questa ametropia può essere corretta con lenti negative (biconcave divergenti) tempiali, montate su gli occhiali o con lenti a contatto corneali.

Queste spostano in dietro il fuoco fino a farlo cadere sul piano retinico.

La correzione della miopia può anche essere effettuata con tecniche di chirurgia refrattiva con laser ad eccimeri, che permettono di modificare la curvatura della cornea, diminuendo il potere refrattivo della cornea e compensando la miopia. 

Le tecniche più utilizzate sono la PRK e la LASIK. Altri trattamenti chirurgici in uso in casi selezionati sono gli impianti di lenti fachiche e la sostituzione del cristallino (lensectomia)