Retrazione palpebrale

Può interessare le palpebre superiori ed inferiori mono o bilateralmente.
Si tratta di una retrazione di tutta la palpebra che si manifesta con un’anomalia di posizione del margine palpebrale rispetto al limbus ed esposizione della sclera misurabile in millimetri detta scleral show. Può essere mono o bilaterale.

La retrazione delle palpebre può avere importanti conseguenze estetiche e funzionali:

  • tipico aspetto ad occhi sbarrati e spaventati (sguardo di Darlimple) che muta l’espressione della persona e ne condiziona la vita sociale.
  • eccessiva evaporazione del film lacrimale con epifora e secchezza oculare sino a quadri di severa sofferenza corneale
  • Etiologia

    CAUSE NEUROGENICHE: paralisi del VII nervo cranico o facciale

    CAUSE MIOGENICHE: tra cui le più comuni sono l’oftalmopatia di Graves e la miastenia

    CAUSE MECCANICHE: alterazioni strutturali della palpebra congenite, neoplastiche, traumatiche o post-chirurgiche

    La causa più comune di retrazione palpebrale è l’oftalmopatia tiroidea o Morbo di Basedow per:

    • ipertono del muscolo di Müller
    • fibrosi dei muscoli retrattori palpebrali inferiori
    • aumento del tono e dell’attività del complesso muscolare costituito dall’elevatore palpebrale e dal retto superiore, deputato all’elevazione dell’occhio e della palpebra superiore
    • fibrosi del muscolo retto inferiore che muove l’occhio verso il basso

    Retrazione palpebrale superiore nella Paralisi del VII nervo cranico

    Retrazione palpebrale da Morbo di Basedow

    Retrazione palpebrale traumatica

  • Diagnosi

    Visita preoperatoria:
    Si indagano l’eventuale presenza di allergie, terapie farmacologiche comprese quelle anticoagulanti/antiaggreganti di distiroidismi, e di pregressi interventi chirurgici o traumi.
    Esame oftalmologico completo: acuità visiva con correzione ottimale, pressione intraoculare e l’esame del fondo oculare. La superficie oculare verrà esaminata per escludere presenza di occhio cheratiti o esiti di queste ultime fotografie delle palpebre nelle varie posizioni di sguardo come quadro di riferimento preoperatorio e per il confronto con il postoperatorio.
    Posta la diagnosi e l’indicazione chirurgica si discute della procedura operatoria della chirurgia della retrazione palpebrale.

  • Terapia medica

    Obiettivo: proteggere la cornea e migliorare la sintomatologia fino alla terapia chirurgica

    • colliri
    • pomate
    • applicazione di lente a contatto terapeutica
    • infiltrazioni con tossina botulinica
  • Terapia chirurgica-funzionale e/o estetica

    Posta la diagnosi e l’indicazione chirurgica si discute della procedura operatoria della chirurgia della retrazione palpebrale.
    Nel caso di Morbo di Basedow è importante affrontare la retrazione palpebrale solo dopo aver corretto il distiroidismo, il difetto di volume orbitario e l’eventuale strabismo.
    Gli interventi indicati a seconda della condizione clinica del paziente vengono eseguiti in sala operatoria, in anestesia locale associata o meno a sedoanalgesia, solo in casi particolari l’intervento dovrà essere eseguito in anestesia generale.

    L’intervento ha indicazione sia estetica che funzionale:

    Nei pazienti che lamentano disagio estetico e che provano imbarazzo a causa di un aspetto che non ne rispecchia la personalità e lo stato emotivo.
    Nei pazienti in cui l’esposizione della superficie oculare si associa ad irritazione congiuntivale cronica, fotofobia, lacrimazione. La più seria complicanza della retrazione palpebrale è la cheratopatia da esposizione che può portare a ulcere corneali fino alla perdita della funzione d’organo.

    L’intervento chirurgico ha lo scopo di migliorare la posizione della palpebra.

    • indebolimenti del muscolo di Müller
    • indebolimenti del muscolo elevatore della palpebra superiore
    • impianti di peso d’oro
    • innesti cutanei e/o mucosi e/o condromucosi e/o tendinei e/o spacer costituito da materiale autologo (mucosa buccale, palato duro, cartilagine, derma) o eterologo (sclera proveniente da donatore), o costituito da materiali sintetici
    • blefarotomie
      viene sezionata a tutto spessore la palpebra superiore ed il muscolo elevatore (blefarotomia) applicando delle suture solo cutanee
    • tarsorrafie
    • lifting medio facciale
    • cantoplastica
    • lateral tarsal strip


    Postoperatorio

    Gli occhi operati sono medicati con garze compressive fredde per ridurre il gonfiore palpebrale e perioculare postoperatorio.
    Il mattino seguente all’operazione di retrazione palpebrale il paziente torna a controllo. Vengono rimosse le medicazioni, si verifica lo stato di tenuta delle suture e la posizione palpebrale.
    Generalmente in seconda giornata l’edema raggiunge il grado massimo per cui non si riescono ad apprezzare i risultati della chirurgia della retrazione palpebrale .


    Complicanze

    • Infezioni: sono estremamente rare dopo intervento di correzione della retrazione palpebrale e questo è dovuto anche alla ricca vascolarizzazione dei tessuti palpebrali. Sono risolvibili con una terapia antibiotica adeguata.
    • Ptosi palpebrale; talvolta è necessario eseguire un altro intervento correttivo.
    • Persistenza del lagoftalmo (incapacità di chiudere perfettamente l’occhio): se di lieve entità è normalmente tollerato con l’uso di pomate lubrificanti e/o lacrime artificiali. In caso di lagoftalmo non tollerabile, può essere necessario reintervenire chirurgicamente.
    • Secchezza oculare: in alcuni casi secchezza oculare e sofferenza corneale si possono manifestare anche dopo un intervento di correzione di retrazione palpebrale, più frequentemente in soggetti già affetti da secchezza oculare. Tale problema è generalmente autorisolvente ma necessita talvolta l’uso anche prolungato di lubrificanti oculari.
    • Deiscenza (apertura) di una parete della ferita, per scarsa cicatrizzazione; è necessario quando ampia suturare nuovamente la zona.
    • Fistola cutanea a livello della sutura palpebrale (in caso di blefarotomia); è necessario reintervenire suturando la zona.
    • Chemosi congiuntivale (scollamento della membrana trasparente che avvolge l’occhio per raccolta di liquido), sempre autorisolvente nel tempo.
    • Persistenza della retrazione della palpebra; talvolta è necessario reintervenire a distanza per migliorare la simmetria palpebrale.
    • Asimmetria ed irregolarità localizzate del contorno palpebrale per le quali può essere necessario un reintervento.
    • Ptosi delle ciglia ed entropion, eversione delle ciglia ed ectropion, irregolarità della piega della palpebra superiore e prolasso congiuntivale: possono richiedere un reintervento.
    • Asimmetria del risultato, sia in posizione primaria (nello sguardo dritto davanti), che in altre posizioni di sguardo (ad esempio nello sguardo in basso) può essere presente anche in relazione al normale grado di asimmetria che caratterizza molte persone; può necessitare di un ritocco chirurgico.
    • Asimmetria del contorno palpebrale: può essere necessario un reintervento a distanza.